Il settore del telemarketing in Italia potrebbe subire un cambiamento decisivo con l’introduzione della proposta di legge A.C. 1316, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati. Tra le diverse misure proposte, il registro dei consensi rappresenta una delle più controverse, con molti esperti che temono possa penalizzare i call center legali, lasciando spazio alle pratiche fraudolente.
L’introduzione di un registro dei consensi obbligatorio potrebbe avere l’effetto di limitare le attività dei call center outbound che già operano nel rispetto delle normative, mentre i call center illegali, che spesso ignorano le leggi, potrebbero continuare a operare indisturbati.
Questa misura, benché pensata per migliorare la trasparenza e tutelare la privacy degli utenti, rischia di generare un paradosso in cui chi rispetta le regole viene penalizzato, mentre chi le infrange ne trae vantaggio.
Cosa prevede la proposta di legge A.C. 1316
La proposta di legge A.C. 1316 è stata presentata il 18 luglio 2023 con l’intento di aggiornare e rafforzare la normativa sui call center, un settore particolarmente esposto alle pratiche commerciali scorrette e alla delocalizzazione. Tra le sue disposizioni principali, spicca l’istituzione di un registro dei consensi, che impone alle aziende di ottenere un’autorizzazione esplicita prima di contattare i consumatori per attività di telemarketing.
Secondo la proposta, le aziende che operano nel settore dei call center saranno tenute a rispettare rigorose regole sulla gestione dei dati personali, in conformità con quanto previsto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Il registro sarà un archivio centrale in cui saranno raccolti e verificati i consensi dei consumatori, garantendo così che solo chi ha dato il proprio permesso possa essere contattato per attività di telmarketing.
Questa misura è stata pensata per proteggere i cittadini dalle telefonate indesiderate e per garantire che i loro dati personali non vengano utilizzati senza consenso. Tuttavia, i critici della legge sostengono che l’introduzione del registro dei consensi potrebbe mettere in difficoltà proprio quelle aziende che già operano legalmente e rispettano le normative in vigore.
L’effetto boomerang sui call center legali
I call center che operano nel rispetto delle leggi vigenti potrebbero trovarsi di fronte a nuove sfide con l’introduzione del registro dei consensi. Ottenere consensi validi e verificabili potrebbe diventare un processo complesso e costoso, in grado di ridurre drasticamente l’efficacia delle campagne di telemarketing. Questo rappresenta un problema serio per le aziende che basano una parte importante delle loro operazioni di telemarketing e sulla gestione di liste di contatto.
Secondo gli esperti, l’introduzione del registro potrebbe determinare un calo significativo nel numero di contatti disponibili per le attività di telemarketing. Ottenere consensi espliciti dai consumatori richiederà un investimento di tempo e risorse che non tutte le aziende potranno permettersi. Inoltre, la raccolta e gestione di tali consensi dovrà essere documentata con estrema precisione, per evitare di incorrere in sanzioni amministrative.
Per le piccole e medie imprese del settore, che spesso operano con margini di profitto già ridotti, questo potrebbe tradursi in una perdita economica insostenibile. Il costo aggiuntivo legato alla gestione dei consensi potrebbe spingere alcune aziende fuori dal mercato, con conseguenze negative non solo per il settore, ma anche per i lavoratori impiegati nei call center.
Un paradosso: i call center illegali ne trarranno vantaggio?
Il grande paradosso legato alla proposta di legge A.C. 1316 è che potrebbe avvantaggiare i call center illegali. Mentre le aziende che operano nella legalità dovranno sottostare a regole più stringenti e a costi maggiori per rispettare il registro dei consensi, i call center che ignorano le normative potrebbero continuare le loro attività senza alcun vincolo.
Infatti, molte delle pratiche illegali legate al telemarketing non si basano sul rispetto delle normative in materia di privacy. I call center illegali spesso utilizzano dati raccolti in maniera fraudolenta o senza il consenso degli utenti, e continueranno a farlo anche dopo l’introduzione del registro. La qual cosa potrebbe creare un mercato distorto, in cui le aziende oneste si troveranno a competere con attività illecite che non sono soggette alle stesse regole e restrizioni.
Le altre novità del disegno di legge per i call center
Regolamentazione della delocalizzazione
Il disegno di legge prevede anche regole più stringenti per quanto riguarda la delocalizzazione delle attività di call center all’estero.
In caso di trasferimento delle attività fuori dall’Italia, le imprese saranno obbligate a notificare la loro decisione con almeno 120 giorni di anticipo e a comunicare le misure adottate per garantire il rispetto della normativa italiana, soprattutto in materia di protezione dei dati personali.
Le sanzioni previste per le imprese che non rispettano queste disposizioni saranno particolarmente severe, con multe che possono arrivare fino a 75.000 euro. Questa regolamentazione potrebbe ridurre il fenomeno della delocalizzazione, che negli ultimi anni ha contribuito alla perdita di numerosi posti di lavoro in Italia.
Clausola sociale e stabilità occupazionale
Un’altra novità importante è l’adozione della cosiddetta clausola sociale, che prevede la salvaguardia dei posti di lavoro in caso di cambi di appalto nei servizi di call center. In pratica, i lavoratori coinvolti in un appalto che passa a un nuovo gestore dovranno essere riassorbiti da quest’ultimo, garantendo così la continuità occupazionale.
La clausola sociale è particolarmente importante in un settore, come quello dei call center, dove i cambi di appalto sono frequenti e spesso causano perdita di posti di lavoro. Se approvata, questa misura potrebbe offrire maggiore sicurezza ai lavoratori, riducendo la precarietà che ha storicamente caratterizzato il settore.